Sceso da una sfacchinata tremenda nella conca di Macugnaga, il Tommy mi propone l'Innominata. Ho poco tempo per tornare a casa, fare lo zaino, cenare e dormire un paio d'ore, e in men che non si dica sono in viaggio verso Freney! Di nuovo un bel carico sulle spalle e su in 5:30 fino ai bivacchi Eccles, passando per un caffĆØ offertoci dai gentilissimi gestori del rifugio Monzino. Rimontiamo il ghiacciaio del Brouillard in condizioni strepitose e ci appollaiamo al bivacco Crippa in compagnia di un paio di guide e dei ragazzi che piĆ¹ tardi scenderanno dalla direttissima al Pilastro Rosso. ScoprirĆ² anche che i miei soci mi hanno messo un pacco di vino nello zaino!! Oziamo a lungo fino alla sveglia comune alle 2.00 e con un ottimo rigelo attacchiamo il traverso nevoso che ci porta al colle Eccles. La guida francese con il suo amico scendono verso il Pilone Centrale, mentre noi proseguiamo verso la cresta con due cordate di messicani sopra di noi. La cresta ĆØ fin da subito divertente e facile, fino al primo tiro di V+, non banale con guanti, frontale e ramponi. Alcuni altri tiri sul 4+, con passi interessanti ci portano verso difficoltĆ minori ed affilate crestine di neve, verso il grande anfiteatro conosciuto per le sue scariche di ghiaccio e pietre. E' ancora presto quindi le condizioni sono ancora buone, io sto ancora scalando con il piumino..Andre va in testa e qualche breve tratto ghiacciato fa penare i miei consunti ramponi stondati ma passiamo velocemente sotto una breve scarica di pietre fino ad un ripido canale che ci porta sulla cresta alla nostra sinistra, che con un bel pendio di neve un po' granitosa ed una poco marcata crestina ci porta all'inserzione con la estetica cresta del Brouillard. La via ĆØ passata abbastanza in fretta, e ci siamo anche abbastanza rilassati durante la salita. Prendo il comando e cavalco la sottile cresta finale che ci porterĆ sotto il Monte Bianco di Courmayeur e verso il Mont Blanc, dove spira un freddo vento da nord-ovest. E' la mia prima volta in vetta al Bianco, e i metri che precedono la vetta li percorro con una certa eccitazione. Noto che siamo in pochi vista la giornata eccezionale che abbiamo..Ma appena ci apprestiamo a scendere in direzione del Gouter vediamo una processione himalayana di zombie che arrancano sbilenchi verso la cima, un passo un respiro. Le attrezzature sono le piĆ¹ varie, dalle mascherine da sci ai cappelli di paglia alle scarpe da ginnastica, e arrivati alla capanna Vallot entriamo a dare un'occhiata. Una bella cacata di qualche disperato individuo ci accoglie davanti alla scala d'accesso, e salendo entriamo in una specie di alieno mausoleo metallico vuoto, se non fosse per i numerosi pezzi di teli termici stracciati, forse da qualcuno in preda alla pazzia bianca? Mentre penso a qualche analogia con vari film surreali, mi accorgo che in mezzo alla scena alcuni corpi moribondi si trovano al centro della scatola. Ci guardiamo e usciamo dal silenzio religioso del mausoleo, contenti di avere di nuovo il freddo vento in faccia. Andre nel frattempo ĆØ uscito dal WC con una faccia disperata..La discesa ĆØ ancora lunga e arrivati al Gouter possiamo toglierci i ramponi. Guardo giĆ¹ verso il nostro ripido sentiero di pietre e vedo ancora centinaia di persone con le facce contorte dalla sofferenza, cordate in difficoltĆ sulle piĆ¹ elementari difficoltĆ , zaini da cento litri assolutamente pieni. Arrivati al Nid d'Aigle scopriamo che il trenino ĆØ pieno, costa tanto e il prossimo ĆØ un'ora piĆ¹ tardi: scendiamo a piedi. Le ginocchia cominciano a farsi sentire ma Andre e Tommy corrono giĆ¹ come se niente fosse! La vegetazione si ispessisce e il sentiero sembra non finire piĆ¹. Finalmente arrivati a Les Houches chiamiamo una decina di numeri taxi, ma nessuno si fa vivo. Saranno due autostop a portarci al punto di partenza, ringraziamo il francese e i due romani, Massimo e Zeila, tutti alpinisti. Una pizza a Courmayeur marca la chiusura del cerchio.
Comments
Post a Comment